Caratteristiche, vantaggi e costo di un ponte dentale
Prima di tutto possiamo dire che il ponte dentale viene proposto dal proprio dentista di fiducia quando vengono a mancare uno o più denti. Il ponte rappresenta quindi una’ alternativa all’impianto dentario, che si differenzia dal ponte in quanto fisso. Come ogni procedura, anche il ponte dentale presenta dei vantaggi e degli svantaggi, analizziamoli nel dettaglio.
Ponte dentale: quali sono i vantaggi?
Un aspetto da non tralasciare quando si decide di avvalersi di un ponte dentale è quello puramente estetico. Da questo punto di vista i vantaggi sono considerevoli, se si pensa che gli strumenti attualmente a disposizione dei professionisti della bocca sono tali da garantire il raggiungimento di una tinta perfettamente identica a quella degli altri denti. In questo modo l’effetto sarà del tutto naturale, e non sarà possibile distinguere tra i denti naturali e quelli aggiunti artificialmente. Il sorriso così, risulterà a dir poco perfetto. Un ulteriore vantaggio è dato dall’estrema versatilità di questa procedura dentaria. Con l’ausilio di un ponte, infatti, è possibile sostituire tranquillamente da uno a cinque denti, a seconda delle necessità specifiche del paziente.
Gli svantaggi
Come ogni procedura medica, anche quella del ponte dentale può presentare degli aspetti meno vantaggiosi, che la rendono più o meno adatta alle esigente del singolo paziente. Si deve tener presente, ad esempio, che, per poter essere funzionale, il ponte deve poggiare su due denti pilastro, che vanno fresati per poter svolgere al meglio la funzione di sostegno. Ciò significa in altri termini, che i due denti situati ai lati del ponte e necessari per il mantenimento in sede della protesi, vanno plasmati fino ad assumere la forma desiderata. Quando un dente viene a mancare, ovviamente verrà meno anche la radice del dente in questione. Questo fa sì, con il passare del tempo, che l’osso di sostegno della relativa gengiva tenda progressivamente a ritirarsi, rendendo difficile l’inserimento di un impianto definitivo in un secondo momento. Per questo motivo, se si decide di avvalersi della tecnica dell’impianto, è sempre consigliabile non far trascorrere troppo tempo dalla caduta o dall’estrazione del dente da sostituire.
Ponte dentale e impianto: quali sono le differenze?
La principale differenza che esiste tra ponte dentale ed impianto sta nel fatto nel caso dell’impianto, il dente viene ad essere completamente integrato nell’osso della mascella o in quello della mandibola, a seconda che la procedura coinvolga l’arcata superiore o inferiore della bocca. La completa integrazione con il tessuto osseo fa sì che quest’ultimo venga stimolato durante la masticazione, il che garantisce un costante rinnovo delle sue cellule. I denti vicini all’impianto rimangono inoltre intatti, perché non devono essere fresati, come nel caso del ponte dentale. Bisogna prestare la giusta attenzione anche agli aspetti meno vantaggiosi di un impianto, che rimane una procedura chirurgica mediamente invasiva, per cui richiede una procedura più lunga e complessa.
Installazione di un ponte dentale: come si procede?
Le fasi necessarie per impiantare un ponte dentale sono essenzialmente tre.
- Prima di tutto il dentista si prende cura dell’area corrispondente al dente che è andato perso in seguito a una patologia o a un trauma. Nel caso in cui siano rimasti in sede pezzi del dente da sostituire, questi andranno opportunamente rimossi, insieme naturalmente alla radice. In questa prima fase vengono anche fresati i denti pilastro. Ciò serve per dare ai denti collocati ai due lati del ponte la giusta forma per svolgere al meglio il ruolo di sostegno della protesi.
- Segue poi l’utilizzo dell’apposita pasta, necessaria per prendere l’impronta dentale. La pasta viene collocata lungo il profilo della mascella, in modo da dare un calco, su cui verrà modellata la protesi personalizzata, in base alle esigenze ed alle caratteristiche della bocca del singolo paziente.
- La fase finale è quella dell’installazione vera e propria del ponte dentale , che viene effettuata in breve tempo, dopo che il dentista si è assicurato che l’arcata superiore ed inferiore coincidano, in modo da offrire una perfetta chiusura, il che è importante non solo per l’estetica, ma anche ai fini della masticazione.
Ponte incollato e ponte su impianto: metodiche a confronto
L’installazione del ponte incollato, chiamato anche ponte Maryland, viene presa in considerazione quando il dente da sostituire è soltanto uno. In questo caso la protesi è dotata di due alette metalliche, che vengono letteralmente incollate nella porzione interna dei due denti adiacenti, che non devono essere devitalizzati come nella procedura standard. Si ricorre invece all’installazione di un ponte su pilastro tutte le volte in cui il paziente non abbia dei denti in grado di fungere da pilastro per la protesi. In questo caso il dentista sostituisce i denti pilastro mancanti con un impianto. Come risultato si ottiene un ponte costituito da tre corone, due delle quali appariranno fissate sugli impianti.
Consigli utili
La scelta della procedura giusta per rimpiazzare i denti mancanti dipende fondamentalmente da due fattori.
Prima di tutto bisogna tenere presenti le caratteristiche anatomiche e lo stato di salute generale della propria bocca oltre che fisiche del paziente. Un bravo dentista è in grado senza dubbio di analizzare in maniera approfondita il caso del singolo paziente, orientando quest’ultimo verso la procedura più appropriata e capace di offrire un buon compromesso tra vantaggi e svantaggi. L’altro aspetto da tenere bene a mente è quello puramente economico. Prima di decidere se avvalersi di una procedura piuttosto che di un’altra, è sempre buona norma fare un confronto dettagliato dei prezzi ed avere un quadro generale del costo del ponte dentale con 3 elementi. Il prezzo naturalmente tenderà a salire nel momento in cui gli elementi diventano 4 o 5.
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