Gli effetti del fumo sui denti

Sono i dati sul Journal of Periodontology a parlare chiaro, lo studio su oltre dodicimila pazienti conferma gli effetti del fumo su denti e mucose orali. Ecco, quindi, lo sguardo nella bocca di un fumatore.

Fumo e gengive, un contatto che non conviene

Nemico silente, ci si accorge della parodontite quando essa ha già creato danni. La malattia si associa a uno stimolo infiammatorio cronico, sono quindi i meccanismi della difesa ad agire sui tessuti gengivali. Citochine, prostaglandine, enzimi rilasciati dai neutrofili e l’azione dei monociti macrofagi concorrono alla formazione delle tasche parodontali che minano la stabilità dell’osso di inserzione dei denti. Il fumo è uno dei principali indiziati, al pari del diabete mellito e dello scorbuto da carenza di vitamina C.

Il nesso causale starebbe nella vasocostrizione indotta dalle sostanze del fumo, ciò si traduce nella ridotta perfusione dei tessuti gengivali. Proprio lì dove l’ossigeno scarseggia, i batteri anaerobi trovano sede elettiva. Eikenella corrodens, Aggregatibacter actinomycetemcomitans, Porphyromonas gingivalis e diversi Gram-negativi ne approfittano per aggredire le strutture e scatenare la risposta infiammatoria. Bastano uno specchio e una piccola torcia per rendersene conto: le gengive di un fumatore hanno un colorito ben diverso dal naturale rosa chiaro.

Patologie dentali, qual è il ruolo della sigaretta

Qualche istante di piacere si paga con la riduzione del pH nella saliva, il microambiente della mucosa orale è infatti più acido nei fumatori. I batteri cariogeni ringraziano, questi infatti trovano un ambiente più affine all’interno della bocca di un fumatore. La salute dello smalto viene minata, la sua distruzione comporta una “erosione” degli strati più in profondità in una condizione degenerativa che può arrivare a intaccare la stabilità del dente. Sebbene cruda, questa è la realtà: chi fuma incrementa il rischio di perdere i denti.

C’è però un campanello d’allarme: il tartaro. Sebbene demonizzato, questo può fare da vera e propria cartina al tornasole della problematica. Il tartaro è il prodotto dei depositi minerali intorno ai denti e si forma più rapidamente quando la saliva è maggiormente acida, è difficile da rimuovere con l’igiene orale in autonomia ma richiede una seduta dall’igienista dentale. Il fumo di sigaretta colora il tartaro di un tono più scuro, provocando un inestetismo ben distinguibile. Agire sul tartaro è essenziale per disinnescare ulteriori problematiche per il tessuto dentale.

Fumo e malattie della mucosa orale

Anche le condizioni patologiche più estreme hanno un loro potenziale punto di partenza, esistono quindi dei campanelli di allarme da tenere in particolare considerazione nel fumatore. L’interno delle labbra, delle guance ma anche la parte del palato molle e del pavimento della cavità orale sono porzioni della mucosa più facilmente soggette alle problematiche derivanti dal fumo.

Leucoplachia orale

Questa è una lesione tipica a carico della lingua e delle mucose interne alle labbra e alle guance. Si manifesta attraverso placche di colore biancastro e percepibili anche al tatto. Ne può derivare una alterazione nel senso del gusto. Considerata una lesione pre-cancerosa, la leucoplachia potrebbe essere un fattore predisponente per patologie di carattere tumorale.

Candidosi orale

È l’infezione fungina da Candida albicans, è causa del fastidioso “mughetto” che provoca bruciore, dolore alla masticazione e la perdita nella percezione dei sapori. Il microorganismo è normalmente presente in più distretti dell’organismo, è un “fungo buono” poiché normalmente toglie spazio ai competitori “cattivi”. Il problema si instaura quando il fumo di sigaretta agisce sui meccanismi che tengono a bada la replicazione di Candida albicans e viene concesso troppo spazio al fungo opportunista, l’infezione è la naturale conseguenza.

Implantologia dentale: cosa c’entra il fumo?

Oltre ad alterare in modo sensibile l’alito, l’abitudine della sigaretta costituisce un vero e proprio handicap per il successo delle manovre di impianto dentale. Aumenta la possibilità di contaminazione del campo operatorio, quindi, incrementa la percentuale di insuccesso. Peggiora anche il decorso e moltiplica il rischio di infezioni nel post-operatorio. Fumare non fa bene, lo dicono i denti.

Ciò nonostante con le dovute accortezze è possibile per un paziente fumatore sottoporsi alla chirurgia odontoiatrica.
Non bisogna mai sottovalutare l’ importanza della salute della bocca, soprattutto nei pazienti fumatori.

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